Nuovi arrivi in libreria da Palestina, Iraq e Tunisia

In questi giorni in libreria stanno uscendo un bel po’ di libri interessanti e già questa è una notizia. Come i più e le più accorti avranno notato, nei mesi scorsi non avevo annunciato nessuna nuova uscita perché il mercato languiva un po’ nel periodo post Covid. Sono contenta invece di dirvi che se volete fare scorta per l’inverno o pensare a un regalo originale per le prossime feste, avete quattro bellissime proposte tra cui scegliere.

Il 14 novembre la casa editrice emuse ha dato alle stampe una nuova antologia di poesie del poeta palestinese Mahmud Darwish, dal titolo La saggezza del condannato a morte e altre poesie, tradotte dall’arabo dal poeta siriano-italiano Tareq Aljabr insieme alla docente marocchina Sana Darghmouni; il riadattamento dei versi in italiano è del poeta Emiliano Cribari; introduzione del professore Paolo Branca. L’antologia è composta da ventotto poesie, suddivise in tre filoni tematici, alcune delle quali già comparse in precedenti antologie uscite in Italia. La saggezza del condannato a morte ha il merito di voler essere una introduzione alla poetica di Darwish, presentando alle lettrici e ai lettori italiani una bella panoramica dell’opera del grande poeta palestinese, scomparso nel 2008.

La traduzione delle opere di Darwish in italiano negli anni ha subito un andamento piuttosto discontinuo: dopo il fallimento della casa editrice Epoché, che aveva tradotto diverse sue opere, e dopo una serie di eventi per celebrare il poeta che erano stati organizzati in Italia e coordinati da chi scrive, le poesie di Darwish sono state pubblicate da diverse case editrice, tra cui Feltrinelli, Edizioni Q e Jouvence, che avevano fatto un eccellente lavoro di traduzione e divulgazione.

Ritorna – ed è un ritorno gradito – in italiano anche la scrittrice irachena Inaam Kachachi con il romanzo Taji, una donna ribelle, tradotto dall’arabo da Elisabetta Bartuli e pubblicato da Brioschi editore, la storia di una donna irachena eccezionale. Spia, conduttrice radiofonica, attivista tra l’Iraq, il Pakistan, l’Iran e la Francia. Come già in Dispersi, Kachachi regala al suo pubblico un ritratto di donna anticonformista e ribelle indimenticabile.

Se avete letto la newsletter di Arabpop già sapete che il 30 novembre dalla Tunisia (finalmente un romanzo tunisino!) arriva invece La casa dei notabili, della scrittrice Amira Ghenim, tradotto dall’arabo da Barbara Teresi e pubblicato da e/o. Romanzo storico ambientato in Tunisia dagli anni Trenta ai giorni nostri, La casa dei notabili è arrivato nella shortlist del premio per la narrativa araba di Abu Dhabi nel 2021 e nel 2020 aveva vinto il premio speciale della giuria del Comar d’Or, il più importante premio letterario tunisino.

Dal sito della casa editrice:

Sullo sfondo di un paese in fermento, alla ricerca della propria identità, si intrecciano le vite e i destini dei membri di due importanti famiglie dell’alta borghesia di Tunisi: la famiglia en-Neifer, dalla rigida mentalità conservatrice e patriarcale, e la famiglia ar-Rassa‛, liberale e progressista. Il nucleo attorno al quale ruotano le vicende narrate nel romanzo è una terribile notte di dicembre del 1935, quando la vita in casa en-Neifer è stata sconvolta da un evento che ha condannato per sempre all’infelicità Zubaida ar-Rassa‛, la giovane moglie di Mohsen en-Neifer, sospettata di aver avuto una storia d’amore clandestina con Taher al-Haddad, intellettuale di umili origini noto per il suo attivismo in ambito sindacale e in favore dei diritti delle donne.

Infine, un altro ritorno ugualmente gradito: quello del brillante e irriverente scrittore iracheno Hassan Blasim di cui la casa editrice Utopia il 2 dicembre pubblica Il cristo iracheno, tradotto dall’arabo da Barbara Teresi che aveva già tradotto sempre per i tipi della casa editrice Allah 99. Il cristo iracheno è una raccolta di 14 racconti ambientati tra l’Iraq e l’Europa del nord (Blasim vive da anni in Finlandia) che hanno come tema, come nella precedente raccolta Il matto di piazza della libertà, la guerra e le migrazioni; già tradotto in inglese per Comma Press nel 2013, nel 2014 aveva vinto l’Independent Foreign Fiction Prize.

Con sguardo disincantato e un’ombra di nostalgia per l’innocenza che il genere umano sembra aver perduto, l’autore persegue la salvezza attraverso il potere dell’immaginazione e arriva a una verità ultima: la letteratura è l’unica uscita dall’inferno della vita, l’unica strada per «riveder le stelle».

BONUS TRACK // Il 30 novembre esce in libreria anche il nuovo numero di Arabpop, questa volta dedicato al Mare! Dal punto di vista grafico e quello dei contenuti è un numero davvero molto interessante e non vedo l’ora che arrivi nelle librerie. Se volete, potete già pre-ordinarlo sul sito di Tamu a questo link e dare una sbirciatina a qualche interno, sempre realizzato dal bravissimo greg olla. Vi anticipo che per quanto riguarda la parte letteraria, troverete un racconto inedito dello scrittore palestinese Mazen Maaruf, tradotto dall’arabo da Barbara Teresi.

Ah sì, questa è la copertina –>

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