Chi sono

editoria_araba_foto_profiloMi chiamo Chiara Comito e sono una arabista e una blogger. Su questo sito scrivo di letteratura e cultura araba contemporanea, ovvero di quegli autori, libri ed eventi culturali che ci sono, vengono scritti e prodotti attualmente nei paesi arabi (per semplificare: Nord Africa, Levante arabo e Golfo). Mi interessa far conoscere al pubblico italiano tutta quella produzione culturale che qui da noi è per lo più semi sconosciuta o poco compresa.

Quello che segue è un racconto che intreccia la mia esperienza personale, tra università e lavoro, con il dibattito in Italia – sui media e non solo – che riguarda il mondo arabo.

Una formazione a metà tra lingue e scienze politiche

Perché arabista? Ho una laurea triennale in Lingue e comunicazione internazionale preso all’Università degli Studi di Roma tre, dove mi sono laureata in Lingua e letteratura araba con una tesi sul compianto giornalista libanese Samir Kassir e le relazioni tra Libano e Siria. Dopo la triennale mi sono spostata all’Università L’Orientale di Napoli, dove mi sono laureata all’ex facoltà di Scienze politiche, presso il corso di laurea in Relazioni e istituzioni di Asia e dell’Africa, con una tesi in Storia dell’Islam contemporaneo: ho analizzato in particolare il partito islamista tunisino Ennahda e la sua posizione nei confronti della questione femminile tunisina.

Che c’entra la letteratura in tutto ciò, vi starete chiedendo

Ho scoperto la letteratura araba mentre ero iscritta al corso di laurea triennale e frequentavo le lezioni di letteratura araba (naturalmente ho sempre avuto la fissa per i libri fin da bambina e ho sempre letto molto).  Uno dei primi romanzi di cui mi sono innamorata in quei primi anni è stato L’uomo che arava le acque, della scrittrice libanese Hoda Barakat. Il libro era uscito per Ponte alle Grazie e, per quanto ne so, al momento è fuori catalogo, purtroppo. Comunque, il romanzo: grazie anche ad una splendida traduzione ad opera di Samuela Pagani, mi sono immersa completamente nelle visioni del protagonista, un libanese allucinato nel groviglio di morte e distruzione della guerra civile. Che però cercava ancora la bellezza, la memoria e la vita in quella Beirut spettrale. Finito il libro, che mi ha provocato più di un colpo al cuore, ho pensato di consigliarlo a mia mamma (che non è una esperta di letteratura araba!), che lo ha amato quanto me e lo ha consigliato alle sue amiche. Era poco dopo l’11 settembre del 2001, forse il 2003 o 2004. Il mondo arabo-islamico non era certo un argomento leggero da digerire, si faceva molta confusione tra terrorismo, Islam, arabi. Se ne parlava tanto e male. Però quel passaparola funzionò e mi ritrovai a pensare che forse questi libri avevano un potenziale da esplorare. Si poteva far conoscere il mondo arabo per il tramite della sua letteratura?

L’esperienza di Arabismo

Poco dopo, credo fosse il 2005, ho cominciato a collaborare con il portale “Arabiliberali”, fondato da un mio ex professore, che era anche giornalista: traducevamo gli articoli della stampa araba indipendente che parlavano di democrazia, diritti umani, di incontro con l’Occidente. L’obiettivo di quel sito era far parlare le voci degli intellettuali arabi, per contribuire al dibattito che si apriva in Europa e in Italia. Perché, contrariamente a quanto si pensava all’epoca, nei paesi arabi si dibatteva eccome da decenni delle stesse questioni di cui si parlava di noi. Solo che le voci degli “arabi” erano poco ascoltate sui nostri giornali e ancora non c’erano tutti quei siti e blog che oggi circolano e che contribuiscono a rendere vivo e multiforme il dibattito.

Poco dopo l’esperienza di “Arabiliberali”, lo stesso giornalista (arabo ma residente in Italia da decenni) che lo aveva fondato, creò il portale “Arabismo.it”, la cui redazione era interamente costituita da universitari e/o aspiranti giornalisti. Arabismo produceva contenuti originali o traduceva pezzi della stampa araba. Gli articoli che scrivevamo noi della redazione spaziavano dalla politica alla società, dalla letteratura alla religione. Io ovviamente mi occupavo di letteratura. Credo sia stato uno dei primi siti tematici che si occupava di mondo arabo a 360 gradi, ed ebbe un buon successo per molti anni forse anche perché noi autori usavamo un linguaggio fresco, alla portata di tutti e cercavamo di pubblicare contenuti originali di cui in Italia pochissimi si occupavano.

Al sito poi si affiancò l’omonima associazione culturale: con i miei ex colleghi di università che ne facevano parte, abbiamo organizzato decine e decine di eventi culturali, principalmente a Roma. Eravamo tutti arabisti e vivevamo in un clima che non era particolarmente accogliente verso l’oggetto del nostro studio: questo per dire che non è sempre stato molto facile convogliare il tipo di messaggio che volevamo trasmettere. Tra corsi di arabo, presentazioni di libri, concerti, conferenze e aperitivi, abbiamo però contribuito ad animare la vita culturale “alternativa” romana e ci siamo costruiti un bellissimo network di contatti con esperienze universitarie e professionali affini alle nostre. Abbiamo messo in relazione il mondo del giornalismo, dell’attivismo, dell’università e della cultura e li abbiamo fatti interloquire con il nostro pubblico di lettori e appassionati. L’associazione è stata attiva dal gennaio 2010 fino al 2015 e il mio compito era quello di organizzare gli eventi e curare l’ufficio stampa. Ho anche presentato diversi incontri librari con autori come il disegnatore egiziano Magdy el Shafee o lo scrittore algerino Amara Lakhous.

Con gli amici di Arabismo ci siamo divertiti molto, abbiamo imparato a fare un sacco di cose da soli, e soprattutto abbiamo acquisito le competenze per parlare di mondo arabo in un momento in cui quell’argomento era quasi tabù. Forse siamo stati un po’ dei pionieri, in questo campo. Abbiamo cercato – e credo di poter dire che ci siamo anche riusciti – di far uscire fuori dall’accademia le conoscenze che avevamo appreso dentro l’università, nei nostri viaggi all’estero e nelle nostre esperienze di vita. L’obiettivo era di far capire che c’erano tantissimi aspetti della cultura e della politica della regione araba che erano ignoti ai più ma che valeva la pena conoscere: c’erano i libri, i fumetti, i film, le tradizioni gastronomiche, le relazioni sociali, la storia. Tutto un universo con cui non solo era possibile interloquire, ma che era super interessante da scoprire. E che abbassava le difese, infrangeva gli stereotipi, produceva incontri e riavvicinamenti tra le persone.

Nel frattempo, l’esperienza del sito web di Arabismo si stava concludendo e nel maggio del 2012 ho deciso di raccogliere tutto quel bagaglio di esperienze (la lettura, la scrittura, i contatti) e di trasferirli in uno spazio tutto mio: editoriaraba.

E così, questo blog

Editoriaraba ha debuttato nel maggio 2012 come uno spazio al cui interno pubblicare solo contenuti di letteratura araba. Ne parlo in modo semplice e diretto (non amo i fronzoli e i vezzi da intellettuali arroccati sulla torre d’avorio né il linguaggio accademichese), ponendomi in qualche modo come “ponte” tra le notizie culturali che arrivavano dalla regione araba e l’Italia. Scrivo recensioni e approfondimenti; parlo di traduzione, copertine, di problemi di marketing; intervisto autori, traduttori e editori.

Nel frattempo la mia rete di contatti si è espansa e ho conosciuto traduttori e aspiranti tali, editori, consulenti editoriali, giornalisti, scrittori (naturalmente!), produttori di festival e direttori di testate, e così sono arrivate le collaborazioni con varie riviste culturali online, tra cui Internazionale, ResetDOC, ArabMedia Report, Osservatorioiraq e tante altre. Ho anche collaborato con la redazione di Note d’Oriente, che per un troppo breve periodo di tempo ha trasmesso un programma radio sulla musica araba.

Tra gli incontri e gli eventi più sorprendenti che questo blog mi ha regalato ricordo l’invito, nel 2013 e 2014, alla Fiera internazionale del Libro di Abu Dhabi, negli Emirati, dove ho collaborato alla rivista della Fiera. Nel 2016 sono stata invece invitata al Festival Katara a Doha, in Qatar.

Nel frattempo ho cominciato a collaborare stabilmente con la Libreria Griot di Roma, dove per un semestre ho anche tenuto un corso di avvicinamento alla letteratura araba, e con cui organizzo tanti incontri con autori e artisti arabi quando sono di passaggio in città. Dal 2014 ho intrapreso una collaborazione con il Festival del cinema arabo Yalla Film Fest di Lecce, per cui curo l’ufficio stampa e gli eventi letterari, e con il Middle East Now Festival di Firenze, per cui mi occupo di letteratura. Ho partecipato a incontri, tavole rotonde, presentazioni di libri, incontri nelle biblioteche, altri festival, case editrici e associazioni, che ad elencarli tutti starei fino all’indomani.

Negli anni poi il mio lavoro principale è diventato un altro e editoriaraba è passata ad essere la mia “seconda casa lavorativa”, che cerco di portare avanti con la stessa passione, cura ed entusiasmo che mi hanno animata all’inizio.

E oggi?

Le cose sono cambiate anche su Internet: in Italia oggi (e siamo nel 2019) ci sono moltissimi siti e testate di approfondimento sul mondo arabo, che producono un’informazione di altissima qualità che è alternativa a quella dei principali media italiani. È cambiato anche il modo di approcciarsi degli italiani verso il mondo arabo: ad un aumento della conoscenza (derivata principalmente dai media online e poi dagli incontri in presenza che si sono moltiplicati in tutta Italia), è corrisposto un aumento dell’interesse o della curiosità.

In questi anni ho scoperto che la cultura, e la letteratura in particolare, hanno un potere trasformativo: sono cioè in grado di far cambiare idea alle persone, aprono orizzonti nuovi e inesplorati e permettono davvero l’incontro tra culture diverse. Perché la letteratura parla dell’essere umano, in qualsiasi lingua venga scritta e in qualsiasi latitudine venga pubblicata. E, fino a prova contraria, siamo tutti essere umani con pari diritti su questa terra e se un romanzo libanese parla anche di me, beh, quell’autore e la sua terra di origine entrano a far parte anche della mia storia personale.

Io continuo a scrivere, voi continuate a leggermi?

Ah, ovviamente in questi anni ho letto tanto, tantissimo. Non tutto mi è piaciuto e in alcune occasioni l’ho anche scritto. Ma quello che ho apprezzato lo trovate su queste pagine. Buona navigazione, quindi!

 

7 commenti

  1. Complimenti per il tuo impegno! Adoro la cultura araba, me ne sono innamorata durante la preparazione dell’esame “Storia e istituzioni dei paesi afro-asiatici”, ai tempi dell’università.
    Ne è passato di tempo! In queste settimane sono in trepidante attesa per la traduzione di un mio libro in arabo, spero vada tutto bene, non vedo l’ora!

  2. Ho imparato a seguirti già da un po’ ormai e questo blog è diventato per me un riferimento per trovare sempre nuovi spunti di lettura sull’affascinante mondo arabo.
    Grazie

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