Le graphic novel parlano arabo: “Cette historie se passe” di Mazen Kerbaj

Oggi pubblico un interessantissimo articolo di Alì Raffaele Matar su Mazen Kerbaj, artista visivo e musicista libanese che di recente è stato a Roma a presentare i suoi lavori nell’ambito della mostra HOME BEIRUT, in esposizione al MAXXI. Kerbaj ha pubblicato in particolare graphic novel, vignette e strisce, alcune delle quali sono state ospitato anche su Internazionale. Pubblicato in arabo, inglese e francese, è ancora inedito in italiano. Spero che questo articolo di Raffaele possa contribuire a farlo conoscere ancora di più. Buona lettura!

di Alì Raffaele Matar

Con l’incessante proliferare delle graphic novel (termine letteralmente traducibile come “romanzo grafico” oppure “romanzo a fumetti”) nel mondo, moltissime case editrici si stanno prodigando a diffondere questo interessante mezzo, che conia arte e letteratura e spazia dal giornalismo al memoir autobiografico, fino a raggiungere ogni sottogenere di fiction.

I titoli pubblicati da editori italiani specializzati in graphic novels, quali la Bao Publishing, la Rizzoli Lizard (divisione di RCS) e la Coconino Press (divisione della Fandango Libri) compaiono costantemente nelle classifiche dei libri più venduti a livello nazionale, spingendo sempre più editori a intraprenderne la pubblicazione.

Recente è l’annuncio della Feltrinelli di inaugurare una linea editoriale dedicata alla letteratura a fumetti, mentre altri editori già noti nel campo stanno rafforzando le loro pubblicazioni con nuove collane, prima tra tutti la Mondadori con la sua nuova collana Oscar Ink nella quale sono stati riproposti il primo graphic novel italiano dela storia, il “Poema a fumetti” di Dino Buzzati, datato 1969, e il caposaldo del graphic journalism “Palestina” di Joe Sacco.

Nel 2010 Dar Al-Adab, l’editore libanese di maggior spicco per quanto riguarda il numero di pubblicazioni di narrativa nel paese dei cedri – e non solo, visto che i titoli  pubblicati in un paese arabo circolano in tutta la regione, aldilà della provenienza – tenta di fare il proprio ingresso nel mondo delle graphic novel, dando alla luce هذه القصة تجري / Cette historie se passe di Mazen Kerbaj.

Copertina dell’edizione francese

Per la prima volta, dunque, grazie a tale operazione editoriale, in Libano è stato possibile porre sullo stesso piano letteratura e fumetto, accentuando il valore artistico e qualitativo di un genere, quello fumettistico, ritenuto dai più frivolo, rivolto a un pubblico di giovani e disinteressati.

Per l’occasione, si è deciso di pubblicare in volume le vignette di una serie intitolata “Questa storia sta accadendo”, apparse tra il 2008 e il 2010 sul quotidiano libanese Al-Akhbar. Come ammette lo stesso Kerbaj, al tempo della pubblicazione, la redazione del giornale gli permise di sviluppare apertamente la storia senza vincoli, concedendogli carta bianca per poter narrare, criticare e citare ogni personaggio, evento e situazione preferisse.

Personaggio principale della storia è un artista contemporaneo senza nome – alter ego dell’autore- alle prese ogni giorno con le sue preoccupazioni individuali e professionali.

Nel corso del libro, lo vedremo domandarsi se per un artista è più etico realizzare progetti personali, onesti e sentiti, o commerciali, che diano subito i loro frutti, se è meglio lasciarsi andare allo sperimentalismo grafico o restare sui binari sicuri dell’arte tradizionale, già collaudata. Lo vedremo volta per volta immischiato nei più comuni problemi quotidiani libanesi: il continuo aumento del prezzo della benzina, la corrente che salta ogni ora, le elezioni politiche, l’assedio israeliano a Gaza e così via.

fannan kerbaj

– “Mmm… Mi sento un po’ troppo ripetitivo ultimamente…” (*)

gaza kerbaj“Mmm… Non so mica se tutto quel che sto facendo sia sufficiente per aiutare Gaza…”

innovative kerbaj

– “Mmm…Mi sento proprio un artista alternativo oggi!”

Innumerevoli altri personaggi arricchiscono e ricorrono nella storia. Si va dalla coppia di amici ubriaconi che si incontrano ogni sera a Gemmayzeh, quartiere cool di Beirut, alle casalinghe che sventolano la propria ricchezza e parlano di come (mal)trattano le loro donne delle pulizie srilankesi, al tassista di Hamra, una delle più note strade commerciali della capitale libanese, alle prese con clienti tirchi e bizzarri, fino a… I fenici stessi!

Pagina dopo pagina, Mazen Kerbaj romperà la quarta parete per avvicinarsi sempre più ai suoi lettori, dando così un vivido affresco della vita del Libano e della sua popolazione così snervante, ipocrita, snob ma comunque interessante e quasi adorabile.

class kerbaj

“Non so mica se posso continuare così…” “Perché? Cos’ è successo?”
– “Mio marito continua a chiedermi ogni giorno di risparmiare…”
– “La scorsa settimana mi ha persino impedito di andare ogni giorno dalla parrucchiera!”
– “E adesso vuole pure farmi prendere una srilankese al posto della (donna delle pulizie) filippina!

mokhayam kerbaj

– “Mamma, qual è la capitale della Palestina?” “Gerusalemme!”
– “E la capitale della Siria?” “Damasco!”
– “Quella del Libano invece?” “Beirut”
– “E la capitale del nostro campo profughi?” “…”

Lo stile grafico che l’artista adotta è sperimentale, personale e fuori dagli schemi. I suoi personaggi non hanno mai lo stesso aspetto. Mutano in base al loro stato mentale. A momenti si fanno schizzati, scarabocchiati, si trasformano in altro, si fanno realistici, cartooneschi… Tale trattamento è soprattutto riservato al protagonista, con cui Mazen dà vita a tutti i suoi sperimentalismi, per evitare di cadere in una ripetitività, caratteristica inevitabile dei fumetti serializzati a vignette.

Interessante è la resa grafica del campo profughi palestinese che ricorda -forse volutamente – il memoriale dedicato alle vittime dell’Olocausto che si può trovare a Berlino, città in cui Mazen vive.

kerbaj berlin

Mazen Kerbaj, artista eclettico, originale e creativo come nessun altro autore di fumetti arabo, ad oggi è assolutamente inedito in Italia. Risulta però pubblicato sia in Francia, paese nel quale ha all’attivo diverse collaborazioni editoriali con editori diversi, tra cui L’Association, e negli USA, dove Fantagraphics ha recentemente pubblicato “Beirut won’t cry”, la raccolta integrale delle vignette apparse sul suo blog durante la guerra del 2006 tra Israele e Libano. Sperando che presto i suoi libri vengano riscoperti anche nel nostro Bel Paese…


(*) tutte le traduzioni dall’arabo libanese sono  cura di Alì Raffaele Matar.

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