Altre cinque serie tv e due film arabi da vedere in streaming

Qualche anno fa ho pubblicato un post che ha avuto un discreto successo, al punto da avermi fatto vacillare dal mio proposito di scrivere solo di letteratura: riguardava alcune serie tv dal Medio Oriente che si possono tutt’ora trovare su Netflix, utili per vedere qualcosa di diverso dalle solite serie tv americane, e doppiamente utili per chi studia l’arabo o vuole impratichirsi con la lingua, perché sono in lingua originale con i sottotitoli.

Nel frattempo, negli ultimi mesi Netflix (ma non solo) ha messo online altre serie arabe e quale migliore momento per parlarne se non ora, in tempo di Ramadan? Non che siano serie stile musalsalat tipiche del Ramadan, ma ci sta, passatemi la licenza poetica.

La più famosa di tutte è Paranormal (Netflix), liberamente ispirata all’omonima serie di libri per ragazzi usciti dalla penna del prolifico scrittore egiziano Ahmed Khaled Tawfik (1962-2018), già autore di Utopia (Atmosphere libri, trad. dall’arabo di Barbara Benini).

(alcuni dei titoli della seria Paranormal)

Protagonista è l’ematologo Refaat, un convinto sostenitore della superiorità della scienza che suo malgrado si trova a essere protagonista di una serie di avventure incredibilmente soprannaturali, tra fantasmi, mummie e mostri che imperversano in Egitto. Paranormal ha avuto molto successo tra i paesi arabi quando è uscita, per vari motivi: è la prima serie originale egiziana di Netflix, e parla di uno degli eroi della letteratura egiziana per ragazzi, che tutti hanno letto, amato e su cui si è formata un’intera generazione. La produzione è in stile Netflix, quindi molto curata, e non ha niente da invidiare ad altre produzioni internazionali non arabe. Menzione d’onore per l’attore che interpreta Refaat, l’egiziano Ahmed Amin, che è davvero bravissimo. Molto belle anche le ambientazioni in questa Cairo anni ’50, un po’ vintage e patinata, un po’ misteriosa e tenebrosa.

Più intrigante è invece Baghdad Central, in onda su Sky Atlantic, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Elliott Colla, studioso americano esperto di letteratura araba. Baghdad Central è un noir ambientato a Baghdad all’alba dell’invasione degli americani del 2003. Contrariamente a quanto forse si potrebbe pensare, non c’è traccia di esotismo, orientalismo o spettacolarizzazione: gli attori arabi, inglesi e americani sono tutti bravissimi e molto credibili. Si fa guardare con estremo piacere e fa venire voglia di leggersi il libro.

Sempre su Netflix di recente invece è apparsa Abla Fahita, la marionetta più famosa e graffiante d’Egitto, che nella serie interpreta sé stessa. Come racconta Alessandro Zoppo nell’articolo che ho linkato sopra, nessuno sa chi ci sia dietro la madame egiziana, che con il suo humour irriverente e la sua indipendenza ha conquistato tutto il mondo arabo. Dall’Arabia Saudita arriva invece Whispers, che ha al centro una famiglia e i misteri che escono fuori quando muore il patriarca, lasciando la moglie e due figlie. Dal punto di vista televisivo non mi è sembrata granchè, ma se volete vederla perché incuriosit* dalle ambientazioni diverse, non ve ne farò una colpa. Alla fine, è il motivo per cui avevo cominciato a vederla. Dal Libano sbarca poi The Writer, incentrata su uno scrittore di gialli che viene accusato di omicidio. La prima puntata mi era sembrata un po’ una soap opera, di sicuro non all’altezza del cinema libanese che conosco io.

Se tutto ciò non vi soddisfa, vi lascio con tre film molto belli: il corto della anglo-palestinese Farah Nabulsi, The Present (Netflix), che in 24 minuti racconta con efficacia cosa voglia dire essere palestinese in Palestina oggi, grazie anche all’intensa interpretazione di Saleh Bakri.

Mosul (Netflix), che ripercorre le gesta di una squadra di agenti speciali della polizia irachena (SWAT) a caccia dei terroristi dello Stato Islamico nella allora capitale del gruppo terrorista: è ispirato a una storia vera che è stata raccontata qui, è un film di guerra, con molta azione ma altrettanta umanità (e ve lo dico io che di solito non amo particolarmente questo genere) e soprattutto non è il solito action movie all’americana, anche perché gli attori sono tutti arabi e recitano in arabo (scordatevi The Hurt Locker, insomma).

Infine, il film algerino Non conosci Papicha (YouTube/NOW tv), della regista Mounia Meddour, dove le protagoniste sono alcune ragazze che frequentano l’università durante il decennio nero algerino e aspirano alla libertà e all’indipendenza: delicato e commovente, è da non perdere!

Mi sono dimenticata qualcosa? Scrivetemi nei commenti!

Un commento

  1. Paranormal è veramente carino e ben fatto (almeno dopo aver visto solo la prima puntata), però è ambientato a fine anni ’60, direi durante la Guerra d’Attrito e in particolare durante l’operazione Priha: https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Priha Altrimenti tra l’altro il protagonista non potrebbe avere 40 anni se fosse ambientato negli anni ’50.

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