In arrivo in libreria: “Passaggi in Siria” di Samar Yazbek e “Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città” di Khaled Khalifa

Per una strana coincidenza, tra settembre e ottobre 2017 escono in traduzione italiana due novità di narrativa siriana: Passaggi in Siria, di Samar Yazbek (Sellerio, trad. di Andrea Grechi) e Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città, di Khaled Khalifa (Bompiani, traduttore ancora ignoto).

Yazbek e Khalifa sono due scrittori siriani contemporanei: la prima oggi vive in esilio a Parigi, il secondo è rimasto a vivere a Damasco.

yazbek copertina passaggiبوابات أرض العدم (Passaggi in Siria, pubblicato in arabo da Dar al-Adab, Beirut 2015) è il racconto dei passaggi di confine tra Turchia e Siria che Yazbek ha fatto tra il 2012 e il 2014, quando già aveva lasciato la Siria.

Attivista politica, scrittrice, nata nel 1970 a Jableh e proveniente da una famiglia alawita come Bashar al-Assad, Yazbek aveva dovuto suo malgrado lasciare il proprio Paese poco dopo lo scoppio del conflitto armato. Ma aveva voluto tornare in Siria per raccontare cosa stava succedendo.

Passaggi in Siria è il racconto sotto forma di romanzo di quei suoi sconfinamenti, come ha raccontato Valentina Viene su SiriaLibano due anni fa, recensendo la traduzione inglese del libro, pubblicata con il titolo The Crossing: My Journey to the Shattered Heart of Syria dall’editore Rider.

Già tradotto in più di 10 lingue, tra cui inglese, francese e tedesco, Passaggi in Siria ha vinto – nella sua edizione francese – il Prix du meilleur livre étranger nel novembre 2016; nel gennaio 2017, la traduzione in norvegese è stata premiata dall’Associazione dei librai norvegesi.

Con il precedente تقاطع نيران: من يوميات الانتفاضة السورية (tradotto in inglese come: A Woman in the Crossfire: Diaries of the Syrian Revolution), Samar Yazbek aveva vinto invece i prestigiosi premi PEN Pinter, PEN Turcholsky e Oxfan Novib.

In italiano di Yazbek erano stati pubblicati: Il profumo della cannella (Castelvecchi 2010; trad. dall’arabo di C. La Barbera) e Lo specchio del mio segreto (LIT, 2013; trad. dall’arabo di E. Chiti).

A distanza di 6 anni dall’ultima (e prima) traduzione italiana (Elogio dell’odio, Bompiani 2011, trad. dall’arabo di F. Prevedello), torna nelle nostre librerie anche Khaled Khalifa, autore e sceneggiatore siriano che vive tuttora a Damasco.

Khalifa ha vinto nel 2013 la Medaglia Nagib Mahfouz per la Letteratura proprio per

 NoKnivesKhalifaلا سكاكين في مطابخ هذه المدينة (Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città, Dar el-Ayn, Il Cairo, 2013), semi-finalista anche al Premio internazionale per la letteratura araba di Abu Dhabi nel 2014. Nel 2008, era stato finalista al premio con Elogio dell’odio, che poi è stato tradotto in 8 lingue.

Il suo ultimo romanzo, الموت عمل شاق (La morte è un lavoro duro) è stato pubblicato nel 2015 in Libano ed Egitto.

Ambientato ad Aleppo nei decenni precedenti alla rivoluzione del 2011, dunque nella Siria della dinastia Assad, Non ci sono coltelli è il racconto di una città e di una popolazione che lentamente vengono soffocati dalla dittatura e dall’assenza di libertà.

Tuttavia: “Ciò che filtra tra le minuscole crepe del declino è la ricerca di amore e la speranza che questa genera. Non c’è una sola storia in Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città che non abbia fallito miseramente. Coloro che aspirano al fallimento non lo trovano e soffrono numerose perdite che incidono su di loro fisicamente e psicologicamente. Tuttavia sono questi i personaggi che ardiscono alla ricerca dell’amore in tali disperate circostanze, sono loro che si sono rifiutati di soccombere nonostante le loro perdite e hanno lottato e resistito piuttosto che limitarsi ad attendere l’arrivo della morte”.

Khaled Khalifa sarà ospite del prossimo Festival di Internazionale a Ferrara (29 settembre – 1 ottobre). Aggiornamenti a breve su quando, dove e con chi.

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