Il Palestine Writes Literature Festival 2020 diventa online

Dal 2 al 6 dicembre c’è un altro Festival letterario online da segnare in agenda: è il Palestine Writes Literature Festival. Previsto per lo scorso marzo in presenza a New York, e cancellato a causa della pandemia, è stato rimodulato per diventare completamente virtuale.

In cinque giorni di incontri letterari, artistici, linguistici e culinari si avvicenderanno decine di romanzieri, poeti, saggisti, artisti, attivisti arabi, arabo-americani e americani. Oltre alla scrittrice e attivista Susan Abulhawa, co-organizzatrice del Festival, ci saranno anche: la rapper Shadia Mansour, la regista Mai Masri, l’intellettuale Raja Shehadeh, la poetessa Dareen Tatour, il poeta Fady Joudah, l’attivista Angela Davis, gli scrittori e le scrittrici Suad Amiry, Saleem Haddad, Taghreed Najjar e Ibrahim Nasrallah e tantissimi altri nomi.

Con queste parole Susan Abulhawa ha presentato il Festival (trad. mia):

Noi palestinesi formiamo una società antica in una terra intrisa di leggenda. La nostra cultura è ricca di canzoni, disegni, cibi, letteratura, danze, usanze, abitudini e talenti di ogni forma. Il nostro patrimonio culturale va indietro nel tempo, da ancor prima che fosse inventato il calendario. Non è una sorpresa che molti, nel corso della storia, abbiano voluto e tentato di appropriarsi delle nostre vite. La colonizzazione sionista della Palestina non sarebbe stata possibile senza che i discorsi sulla Palestina venissero distorti, le nostre voci messe a tacere e la nostra storia trafugata. Ne consegue che la liberazione comporta la decolonizzazione di quella eredità culturale tramandataci dai nostri antenati e dalla terra stessa. Sono convinta che le nostre storie e la nostra cultura siano le frontiere finali che i nostri colonizzatori stanno cercando di rubare con tutte le loro forze, sia che si parli di falafel, di tatreez o di cultura indigena in generale. Sta a noi proteggere la nostra “thaqafeh”, per allargare il panorama delle nostre produzioni culturali, per supportare gli scrittori emergenti e lasciare in eredità un terreno letterario e artistico che sia ineluttabilmente e inequivocabilmente palestinese che il mondo non possa ignorare, anche se la stessa terra ci viene rubata da sotto i piedi da intrusi stranieri.

Ci si può iscrivere qui – e c’è anche la possibilità di sostenere economicamente il Festival.

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