Booklava è “the next big thing” per gli audiolibri in arabo

Diverse volte qualcuno di voi lettori mi ha chiesto se esistevano audiolibri in arabo. Non ricordo se vi avevo risposto di sì all’epoca, ma posso farlo ora.

Sul quotidiano online emiratino The National, qualche giorno fa è apparsa un’intervista a Tarek el Bolbol, ideatore e fondatore dell’app Booklava, una libreria digitale di letteratura che contiene più di 200 audiolibri in arabo, tra classici, fiction, libri per bambini e saggi.

Si scarica sia da Google Play che su AppStore e funziona con un abbonamento: il primo mese è gratis mentre dal secondo mese si pagano 9,99$, ma la sottoscrizione si può interrompere in ogni momento. (E funziona: ieri, mentre preparavo questo post, mi sono scaricata l’app per iPhone e ho cominciato ad ascoltare il mio primo audiolibro).

Nell’intervista, el Bolbol racconta come e perchè ha fondato Booklava, il cui nome ricorda Baklava, il tipico dolce levantino, e dove vuole portare la sua azienda, che al momento impiega 20 persone.

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Tarek el Bolbol, imprenditore libanese-canadese fondatore di Booklava (presa da The National)

“Mi ricordo che un amico mi aveva fatto conoscere gli audiolibri di Stephen Covey e Dale Carnegie circa sette anni fa, ed erano fatti così bene che durate il volo su cui stavo viaggiando mi avevano completamente assorbito. Ho capito che potevamo fare la stessa cosa anche per il mercato arabo”.

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El Bolbol sa bene che gli arabi non sono un popolo di lettori forti, ma è convinto che gli audiolibri siano “the next big thing” per l’editoria araba. Per diversi motivi: stampare libri e commerciarli attraverso i vari Paesi arabi costa moltissimo ad un editore, e non sempre c’è la garanzia che un libro stampato in Libano riesca a raggiungere i suoi lettori in Sudan o in Qatar per motivi legati alla censura e alla quasi totale assenza di distributori che coprono tutta la regione araba. Inoltre, gli arabi leggono poco nel proprio tempo libero: ma gli audiolibri sono perfetti per chi deve viaggiare in macchina, in aereo o in treno. Infine, non vanno dimenticati gli oltre 50 milioni di arabi della diaspora. Che magari non sono perfettamente a proprio agio nel leggere un libro in fus7a, ma preferiscono ascoltarlo. Anche per non perdere l’abitudine all’ascolto dell’arabo.

E inoltre, aggiungo io: penso all’uso che potrebbero farne gli studenti di arabo all’università e i docenti di letteratura araba, etc. etc. A buon intenditor…

Un commento

  1. Se non fosse stato per questo articolo probabilmente non avrei saputo dell’esistenza di questa app quindi ti ringrazio. :) L’ho appena scaricata e ne sono a dir poco entusiasta, non sostituisce i libri ma può essere un piacevole strumento didattico per rispolverare un po’ di vocabolario.

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