Un gruppo di scrittori libici è in pericolo

Questo post è apparso in inglese sul noto blog di letteratura araba (in inglese) ArabLit, di Marcia L. Qualey. Lo traduco qui in italiano perché credo che possa interessare a tutti sapere cosa succede ai letterati libici che fanno cultura in Libia, oggi (e anche perchè ultimamente si parla spesso di Libia, ma non di cosa succede in Libia a livello di società civile, di comunità di letterati, di eventi culturali, di persone normali).

Circa 25 giovani scrittori libici, i cui lavori sono inclusi nell’antologia Il sole sulle finestre chiuse, da una settimana subiscono attacchi su media e social media, incluse minacce di morte e di violenza fisica. Alcune milizie hanno anche chiesto che tutti quelli che avevano partecipato al lancio del libro, che si è tenuto lo scorso 26 agosto a Zawiya, in Libia, venissero interrogati.

PEN International ieri ha diramato un comunicato in cui esprime “profonda preoccupazione” per la sicurezza degli autori. Alcuni di loro, si legge, sono stati costretti a nascondersi con le proprie famiglie.

La raccolta Il sole sulle finestre chiuse era stata pubblicata la scorsa primavera: si tratta di una antologia a cui hanno partecipato 25 scrittori libici e che comprende opere di prosa, poesia e saggistica. Co-pubblicata da Arete Foundation for Arts and Culture e dalla londinese Darf Publishing, il progetto è stato curato dal poeta libico-americano Khaled Mattawa e dalla giornalista libica Laila Moghrabi.

sun
La copertina e il retro dell’antologia

L’evento di lancio si era tenuto al Cairo in maggio e poi lo scorso luglio a Tripoli, ma solo durante la presentazione organizzata a Zawiya, a cui avevano partecipato diversi autori inclusi nell’opera, si sono avuti i problemi. La blogger libica Khadeja Hussein su Medium ha descritto Zawiya come una “città ultra conservatrice in cui a comandare sono le numerose milizie, non esattamente un posto dove vorresti farti vedere con un libro in mano”.

È stata proprio una milizia islamista, secondo PEN, ad aver arrestato Marwan Jbouba, organizzatore dell’evento, che poi è stato rilasciato il giorno dopo. Tuttavia, la biblioteca pubblica è stata chiusa subito dopo, a quanto pare per evitare che venissero organizzati altri eventi del genere.

21100949_1126320897469793_1359232456_n
Un’immagine dall’evento di Zawiya

Nel frattempo il gruppo islamista era riuscito a diffondere l’idea che il libro avesse un “pericoloso contenuto”. La rabbia degli utenti online si è subito diretta in particolare contro alcuni estratti di Kashan, romanzo dello scrittore Ahmad al-Bokhari (inclusi nell’antologia), descritti come immorali e che diffondono oscenità. Secondo altri ancora, il libro di al-Bokhari avrebbe fornito il pretesto migliore perché gli islamisti attuassero un giro di vite sulla letteratura.

L’antologia è stata quindi censurata a posteriori e condannata dalle autorità libiche che ne hanno definito il contenuto come contrario alla “morale pubblica”. Tuttavia, il curatore dell’opera Khaled Mattawa, in un suo comunicato, aveva sottolineato come il libro di al-Bokhari fosse stato pubblicato proprio in Libia e sottoposto a revisione preventiva da parte del ministero, prima di andare in stampa nel 2012. Kashan, il romanzo incriminato, era anche stato esposto al padiglione libico alla Fiera del Libro del Cairo di quell’anno. Mattawa comunque si è assunto piena responsabilità per la selezione delle opere.

21124207_1126326720802544_486564345_n-850x491
Foto di gruppo dall’evento di Zawiya

Dal 26 agosto scorso, sia Mattawa che l’altra curatrice, Laila Moghrabi, così come gli scrittori dell’antologia sono stati attaccati online e sui social. La cosa ha avuto una conseguenza particolarmente pesante soprattutto sulle giovani autrici i cui lavori sono inclusi nella raccolta, come racconta la blogger “Normal Lady.”

In un post apparso sul suo blog, la blogger ha raccontato che quando aveva letto il testo era rimasta senza parole di fronte allo stile dell’autore, senza peli sulla lingua, in parte anche perché il testo era stato scritto in arabo colloquiale. Ma poiché l’antologia è composta da più di 100 testi diversi, passato lo shock, la blogger-lettrice era semplicemente passata al testo successivo.

Sebbene al-Bokhari sia un uomo, ha scritto ancora Normal Lady, gli attacchi online si erano diretti contro le autrici donne i cui scritti fanno parte dell’antologia, semplicemente perché avevano accettato che i loro lavori fossero inclusi nella stessa raccolta in cui erano inclusi gli estratti del libro di al-Bokhari. Le autrici sono così state accusate di leggerezza per aver dato il loro consenso alla pubblicazione prima di leggere l’intera antologia.

Nel suo post la blogger Hussein ha scritto che: “Molti commenti incitavano alla violenza contro ogni donna che osava commentare o difendere il libro”. Scoraggiando così, nota “Normal Lady”, le ambizioni delle giovani autrici libiche perché il messaggio che è passato era: “Non permettere alle tue figlie di scrivere, anche se non hanno niente in comune con il testo in questione”.

Il presidente di PEN’s Writers in Prison Committee, Salil Tripathi, in un comunicato ha scritto:

Con le loro azioni e loro dichiarazioni, le autorità libiche stanno indebolendo la libertà di espressione. Invece di sostenere gli scrittori e i curatori che sono stati presi di mira da un gruppo religioso, il ministro della Cultura ha condannato i contenuti del libro, che sono un’opera di letteratura. Le autorità libiche dovrebbero prendere tutte le misure necessarie per salvaguardare la vita e la sicurezza di scrittori, curatori e di tutti quelli che hanno lavorato al libro, dovrebbero portare avanti le indagini e perseguire chiunque stia minacciando la loro sicurezza. In ultimo, le autorità dovrebbero sostenere il diritto degli scrittori a scrivere e il diritto dei lettori a leggere.

Tuttavia, c’è stata anche una reazione positiva. Khadeja Hussein ha infatti scritto che: “Le donne libiche hanno cominciato a mettersi insieme in gruppo e a organizzarsi per denunciare tutti i post online che incitano alla violenza contro gli autori. Io stessa oggi sono riuscita a far rimuovere due link da Facebook”.


(Alcune delle foto sono riprese da questo articolo: https://www.218tv.net/%D9%85%D8%AF%D9%8A%D9%86%D8%A9-%D8%A7%D9%84%D8%B2%D8%A7%D9%88%D9%8A%D8%A9-%D8%AA%D8%AD%D8%AA%D9%81%D9%8A-%D8%A8%D9%83%D8%AA%D8%A7%D8%A8-%D8%B4%D9%85%D8%B3-%D8%B9%D9%84%D9%89-%D9%86%D9%88%D8%A7%D9%81/)

Un commento

  1. […] Oggi in Libia è diventato complicatissimo comprare romanzi, la letteratura straniera che potrebbe essere pubblicata in arabo incontra difficoltà insormontabili sotto forma di censura, e i libri che per miracolo riescono ad essere pubblicati e a girare per le città libiche, subiscono tagli e processi alle intenzioni (ve lo avevo raccontato qui). […]

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.