Sinan Antoon, Suad Amiry e Samir Toumi al Salone del libro di Torino 2023

Oggi si inaugura ufficialmente il Salone internazionale del libro di Torino, l’ultimo a gestione dello scrittore Nicola Lagioia che negli ultimi anni ha ridato lustro e rimesso al centro il più grande evento letterario e dell’industria del libro del nostro paese. Anche quest’anno ci sono alcuni appuntamenti con gli scrittori della regione araba e della diaspora, vediamoli insieme.

Venerdì 19 maggio torna a Torino lo scrittore, traduttore e accademico iracheno Sinan Antoon, che partecipa a una tavola rotonda dal titolo “Decolonizzare il racconto del mondo”, insieme a Ubah Cristina Ali Farah, Paola Caridi e Patricia Evangelista. Antoon è al Salone anche – o forse soprattutto – perché è stato finalmente tradotto nuovamente in italiano dopo tantissimi anni dal suo romanzo Rapsodia irachena (Feltrinelli 2010, trad. dall’arabo di Ramona Ciucani) La casa editrice Hopefulmonster ha infatti da poco pubblicato il suo L’archivio dei danni collaterali (فهرس, in arabo) nella traduzione dall’arabo di Ada Barbaro.

Dal sito della casa editrice:

Namir, un giovane studioso iracheno che ha conseguito il dottorato ad Harvard, viene assunto da alcuni registi per documentare la devastazione dell’invasione dell’Iraq nel 2003. Durante un’escursione a Baghdad, Namir si avventura in via al-Mutanabbi, famosa per le sue librerie, dove incontra Wadud, un eccentrico librario che sta cercando di catalogare tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra: da oggetti, edifici, libri e manoscritti, flora e fauna a esseri umani. Namir rimane ossessionato dall’archivio di Wadud e, ripensando alla sua vita a New York, scopre quanto sia profondamente intrecciata ai frammenti del passato e del presente della sua terra. Quasi un “esercizio di paesaggio”, stilisticamente ambizioso, tra i relitti della guerra e il potere della memoria.

Pubblicato nel 2016 dalla casa editrice libanese Dar al-Jamaal, فهرس è stato finalista nel 2017 al Premio internazionale per la letteratura araba di Abu Dhabi. In Italia mancava da davvero troppo (tredici anni!) e in molt* da anni ci chiedevamo se e quando sarebbe stato di nuovo tradotto.

Antoon sarà anche a Roma il 23 maggio alle 18:00 per un appuntamento alla libreria Feltrinelli di via Appia insieme alla scrittrice Claudia Durastanti, moderato da Ada Barbaro.

Tornando al Salone di Torino, sempre il 19 maggio ma alle 15:30 è la volta della scrittrice e architetta palestinese Suad Amiry che, in dialogo con Lucia Sorbera, parlerà del suo ultimo romanzo tradotto in italiano: Storia di un abito inglese e una mucca ebrea (Mondadori 2020, trad. dall’inglese di Sonia Folin). Ennesima prova della straordinaria capacità di Amiry di raccontare le tragedie del popolo palestinese in bilico tra il serio e il faceto, è anche il primo vero romanzo di fiction dell’autrice. A me è piaciuto moltissimo e consiglio a tutt* di leggerlo.

Infine, il 21 maggio alle 14:00 lo scrittore algerino Samir Toumi dialogherà con la traduttrice Caterina Pastura intorno al suo romanzo Lo specchio vuoto (Mesogea 2018, trad. dal francese di Daniela De Lorenzo). Dal comunicato stampa: Toumi […] in questo romanzo racconta la storia di un uomo che la mattina del suo quarantaquattresimo compleanno si alza e non vede più la sua immagine allo specchio. Una storia di ordinaria follia e la metafora di un paese, l’Algeria contemporanea, attraverso il patimento di generazioni strette tra indipendenza ereditata e coscienza colonizzata. L’effacement (la cancellazione), questo il titolo originale, è stato pubblicato ad Algeri da Editions Barzakh nel 2016, ha avuto diversi riconoscimenti in Francia e nel mondo arabo ed è valso a Toumi, nello stesso anno della pubblicazione, il Premio dell’associazione Francia-Algeria del CNL di Parigi. Nel 2017 è stato finalista del prestigioso Prix de la Littérature arabe.


[Le immagini del Salone sono prese dalla pagina Facebook della manifestazione. La copertina del libro di Antoon è presa dal sito dell’Editore]

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