All’ultima Fiera internazionale del Libro di Sharjah (ve ne avevo parlato qui) è stata presentata in anteprima la traduzione in arabo dell’acclamato romanzo Il racconto dell’ancella, di Margaret Atwood, pubblicato in italiano da Ponte alle Grazie ( e che qui da noi forse è meglio conosciuto con il titolo originale inglese The Handmaid’s Tale, omonimo titolo della fortunata serie tv).
Il romanzo di Atwood, come racconta il quotidiano emiratino The National, è stato tradotto in arabo dallo scrittore saudita Ahmed al-Ali con il titolo حكايات الجارية ed è stato pubblicato da Rewayat, casa editrice del gruppo Kalimat, leader nelle traduzioni da/per l’arabo.
La presentazione della traduzione è stata preceduta da un piccolo show: un gruppo di giovani donne ha sfilato per i corridoi della Fiera indossando il costume della serie tv e tenendo in mano copie del libro, la cui copertina è pressochè identica all’originale.


Adesso potrei stare qui a raccontarvi che la pubblicazione in arabo di questo romanzo distopico, che parla di patriarcato in un regime teocratico in cui la donna è quasi completamente sottomessa all’uomo, è importante in un mondo arabo stretto tra estremismo religioso e repressione politica e dove lo spazio per le donne, specie se libere e indipendenti, è molto ridotto, bla bla bla.
Invece per vostra fortuna non mi occupo di questo tipo di argomenti (che ho qui riassunto in maniera ironica, sia chiaro) e quindi in questo post registro semplicemente il fatto che la traduzione di questo libro sia uscita in arabo e mi chiedo solo un paio di cose: quanto riuscirà a circolare sul mercato regionale del libro; che tipo di accoglienza avrà da parte del pubblico; che tipologia di pubblico lo leggerà.
Se poi qualcuno si stesse oziosamente chiedendo se la letteratura italiana venga tradotta in arabo, suggerisco di leggere quanto segue:
Elena Ferrante tradotta in arabo è un’ottima notizia per la cultura (io, su Internazionale)
L’editoria italiana nei paesi arabi (Elisabetta Bartuli, su BooksinItaly)
Ciao Chiara, possiamo aggiungere al tuo ottimo post come il romanzo di Atwood sia stato pubblicato in prima edizione originale nel 1985, in traduzione italiana nel 1988 e si sia dovuto attendere trent’anni (e la spinta della trasposizione in serie TV) per la traduzione in arabo. Tienici aggiornati sull’accoglienza che avrà. Curiosità: che tu sappia, è il primo libro di Atwood in assoluto pubblicato in lingua araba?
ciao Luca grazie per le informazioni aggiuntive! Le traduzioni in arabo seguono logiche che conosco poco (conosco meglio il movimento di traduzione dall’arabo nelle lingue occidentali), quindi è ben possibile che sia stata la serie tv a dare impulso alla traduzione, ma come d’altronde succede anche da noi per le traduzioni in italiano da lingue straniere. A volte ci vuole un po’ di marketing per spingere gli editori a fare scelte coraggiose.