Chiacchiere al Cairo: incontro con lo scrittore Adham al Aboudi

Comincia oggi “Chiacchiere al Cairo”, una serie di interviste dedicate alla scoperta degli scrittori egiziani ideata e curata da Rabii El Gamrani appositamente per Editoriaraba.

Cominciamo con lo scrittore Adham al Aboudi: nato a Luxor, in Egitto, nel 1981, laureato in Giurisprudenza, è avvocato, scrittore ed editore. Collabora con varie riviste e quotidiani egiziani ed arabi, tra cui Al-Ahram e Al-Thaqafa al-Arabiya. Ha pubblicato cinque romanzi e due raccolte di racconti. Ha vinto vari premi letterari in Egitto, in Qatar, in Bahrein e negli Emirati Arabi.  Alcuni suoi racconti sono tradotti in inglese e in persiano. Il suo ultimo romanzo è: Il guardiano del divino amore. La storia segreta di Mawlana Jalal Al Dine Rumi.

Intervista e traduzione dall’arabo di Rabii El Gamrani (Febbraio 2019, Libreria Toya, Maadi, Il Cairo)

Rabii El Gamrani: Lavorare su un personaggio storico che suscita venerazione e polemiche è un’impresa non priva di insidie e scommesse. Perché hai scelto il sufi Mawlana Jalal Al Dine Rumi? E che significato ha rispetto al nostro presente rievocare personaggi storici e riscrivere in forma romanzata, quindi finzione, la loro biografia?

Adham Al Aboudi: Prima di tutto grazie per l’ospitalità e per l’attenzione. In realtà il mio interesse per il periodo storico in cui Mawlana Jalal Al Dine Rumi è vissuto precede il libro. Mi ha sempre incuriosito quel periodo travagliato e ricco, e l’influenza che ha potuto avere sul percorso di Rumi, prima di diventare un grande Sufi.

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La copertina del libro

La scelta di Rumi non era casuale: ho notato che negli ultimi anni c’è un interesse maggiore da parte delle società arabe, e non solo, per il sufismo in quanto alternativa obiettiva alle interpretazioni fanatiche dell’Islam. Considerando anche la passione che ho per la storia, mi sono permesso d’effettuare delle trasposizioni interpretative, romanzare degli accadimenti o fare dei rimandi storici in relazione alla nostra contemporaneità. L’ingiustizia e l’oppressione non sono cambiate nonostante la distanza storica che ci separa da Rumi.  Vorrei sottolineare che Il guardiano del divino amore è il primo romanzo arabo sulla vita di Jalal Al Dine Rumi. Dopo molti hanno scritto su di lui.

Rabii El Gamrani: Fai parte di una nuova generazione di scrittori che sta acquistando spazio nel paesaggio culturale e letterario a livello nazionale ed internazionale. Chiaramente i vostri percorsi di formazione (la tecnologia, i social media, la regressione del ruolo della cultura…) implicano delle sfide complesse e diverse per quanto riguarda la scrittura, lo stile e il contenuto. Tuttavia, leggendo il tuo libro, ho notato un interesse particolare per la qualità della lingua. Le metafore abbondano, scegli le tue parole con cura, lo stile è ricco e scorrevole, ma è carico di una complessità ed una profondità direi sufi. Innanzitutto, è giusta questa lettura?

Adham Al Aboudi: Credo che i lineamenti di questa generazione non si siano ancora del tutto definiti. C’è più di una ragione che mi spinge a dire che questa generazione ha bisogno di molto di più della semplice decisione di scrivere.  Ha bisogno di acquisire delle esperienze di vita e delle conoscenze profonde. Quanto alle sfide, credo realmente che la nostra generazione debba affrontare una realtà molto più complessa rispetto al passato. Se ieri uno scrittore riusciva ad affermarsi pubblicando con una casa editrice pubblica, o su riviste letterarie o anche attraverso un premio letterario, oggi invece con la proliferazione della realtà virtuale, dei social media e della rete, tutti possono scrivere, e infatti si scrive troppo. In mezzo a questa cacofonia è difficile distillare una caratteristica precisa di questa nostra generazione. Riguardo alla lingua: sono io che pongo qualche domanda: non è forse la lingua nel suo insieme, la base di ogni scrittura? Perché la vogliamo considerare solo uno strumento?  Perché non la dobbiamo celebrare come si deve?  Per me la lingua è l’elemento fondamentale ed essenziale per uno scrittore. I miei romanzi richiedono uno sforzo creativo maggiore e una ricerca profonda nella lingua, e mi dispiace dirti che molti scrittori della mia generazione hanno fatto cadere la lingua dal loro costrutto narrativo, perciò non hanno un’impronta definita.  L’impronta non viene solo dalle idee bensì dallo stile linguistico proprio dello scrittore.

R.E.G.: Oltre alla scrittura, sei un avvocato, giurista e militante conosciuto.  A partire da questo, e la mia intenzione non è confinarti in un’analisi puramente politica, mi incuriosisce saper che sguardo porti sulla società egiziana?

A.A.:  A livello giuridico, puoi pensare che la società egiziana nel suo insieme è latente rispetto all’applicazione corretta della legge. Le istituzioni ignorano l’essenza stessa della questione ovvero lo Spirito della Giustizia e lo Spirito della Legge. Ci sono crimini le cui pene ti lasciano perplesso, in quanto la gravità non corrisponde alla coercizione, o reati che non sono previsti nella norma e ancor meno puniti.  Prendi l’esempio delle leggi sulla proprietà intellettuale: sono tutte fumose.  La società egiziana è molta complessa, se la vedi da lontano ti sembra che sia una delle più belle società che Dio abbia mai creato. Ma se ci penetri dentro, rimani scioccato dall’estensione della corruzione, della negligenza e della disgregazione, oltre ad un gran livello di schizofrenia. Tuttavia, non possiamo negare che l’Egitto con i suoi pregi e difetti rimanga un faro di cultura ed arte nel mondo.

R.E.G.: Le traduzioni e i premi letterari contribuiscono a dare un respiro nuovo allo scrittore e ai suoi libri. Cosa pensi del movimento di traduzione dalla lingua e letteratura arabe alle altre lingue internazionali?  Possiamo dire che premi come il Booker arabo o il Premio Katara abbiano aiutato a veicolare i migliori scrittori arabi ed attraverso loro costituire uno ponte verso l’Altro?

A.A.: Le traduzioni dall’arabo sono molto poche rispetto a quello che si traduce verso l’arabo. Questa è la responsabilità delle istituzioni culturali, che sono più interessate a tradurre gli altri che a tradurre noi scrittori arabi. I premi possono attirare l’attenzione sullo scrittore, ma non ne creano uno, e non sono nemmeno una garanzia per la continuità. Come sai, tutti questi premi sono accompagnati da polemiche e discussioni, e su di loro aleggia l’accusa di favoritismi e nepotismi. È una questione scivolosa.

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Da sinistra a destra: Adham Al Aboudi, Amir Taj El Sir, Rabii El Gamrani, Hala El Beshbeshi.

 R.E.G.:  Questo sito si occupa di letteratura araba e di traduzione, ed è un sito italiano. Cosa vuoi dire ai suoi lettori, e agli appassionati di letteratura e di mondo arabo?

A.A.: Dopo che mi hai segnalato il sito, anche se non parlo italiano, ho potuto capire e leggere qualcosa. E posso dire che è una bellissima iniziativa e quello che fate è importantissimo. Mi auguro che nascano altre realtà come queste. La letteratura e gli scrittori arabi hanno bisogno di tribune come questa per varcare i confini geografici i linguistici. La letteratura è un ponte d’incontro che collega i mondi.


L’intervista in arabo / الحوار باللغة العربية

أستاذ أدهم أهلًا وسهلًا فلنبدأ أولًا من آخر إصداراتك؛ حارس العشق الإلهي- التاريخ السري لمولانا جلال الدين الرومي. الاشتغال على شخصية تاريخية مثار للتقديس والجدل هي مغامرة ومقامرة محفوفة بالمخاطر والمتاهات، أولًا لماذا جلال الدين الرومي؟ ثم بعلاقة مع واقعنا الراهن ما دلالات اقتباس وإعادة كتابة تاريخ روائي لشخصيات تاريخية؟

 في البداية أشكرك على استضافتك لي وأشكرك على الاهتمام بالأدب المصري، بخصوص رواية حارس العِشق الإلهي، كان اهتمامي مسبقًا بفكرة التتّبع التّاريخي للشّخصية، وأثر هذا التاريخ على بناء وتشكيل شخصية جلال الدين الرومي؛ هذا القطب الصوفي، واختياري لشخصيته لم يأتِ عبثًا، فقد تلاحظ معي اهتمام المجتمع العربي بأكمله في الآونة الأخيرة بالصوفية، على اعتبارها بديلًا موضوعيًا عن التشعبات المتطرفة الدينية، وعبر اهتمامي بالتاريخ، كان يجوز تمامًا أن أتعامل بالإسقاطات والإحالات على واقعنا المُعاصر داخل بنية الرواية نفسها، إذ يصح أن نُعيد تدوير القهر الإنساني كاملًا حيث إنّه لم يختلف كثيرًا حتّى ولو مرّت الأزمنة. لاحظ معي إن هذه أول رواية عربية عن حياة جلال الدين الرومي، بعدها، بات الجميع يكتبون عن هذا الصوفي الكبير.

حضرتك من رعيل الكتاب الشباب الذي صار يمشي قدمًا للتموقع على الخريطة الثقافية والأدبية عربيًا ودوليًا، الأكيد أن حيثيات تكوينكم كجيل جديد في علاقة مع الظرف التاريخي الذي نعيشه (التكنولوجيا- مواقع التواصل الاجتماعي- انهيار نسب القراءة) يفرضان تحديات معقدة على مستوى الكتابة شكلًا ومضمونًا، لكن من خلال قراءتي لحارس العشق لاحظت اهتمامًا كبيرًا باللغة، حرصًا شديدًا على ابتداع المجاز وانتقاء المفردات وسلاسة في السرد تحمل في جوفها تعقيدًا وعمقًا، هل هذا الطرح صحيح؟ أما زالت الرواية بشكها التقليدي قادرة على احتضان واقعنا المشتت؟

* ملامح هذا الجيل لا أظنها قد تشكّلت بالتمام، تظل هناك دوافع حقيقية تجعلنا نقول إن هذا الجيل يحتاج لما هو أكبر من قرار الكتابة، يحتاج الجيل إلى اكتساب خبرات حياتية ومعرفية على كل المستويات، أما بشأن التحديات القائمة فهي أعقد تحديات قامت لجيل عبر أزمنة الكتابة، بالأمس، كان التحقق يأتي من خلال نشر مع دار حكومية، أو مجلة متخصصة، أو جائزة محلية، اليوم الموضوع أعمق، وأعقد، مع انتشار وسائل التحقق اختلط الحابل بالنابل، وقلما يمكنك إعادة فرز هذا الجيل. بخصوص اللغة، سؤالي هنا: ألم تكن اللغة في عمومها هي أصل كل كتابة؟ لماذا نضعها عنصرًا مساعدًا؟ لماذا لا نحتفي بها كما يليق؟ إن اللغة هي العنصر الأول والرئيس لأي كتابة، ويؤسفني أن أقول لك إن جيلي في معظمه أسقط هذا العنصر من حساباته، فلم يعد لهم بصمة واضحة، البصمة لا تأتي من الأفكار أو الموضوعات المطروحة، بقدر ما تأتي من هوية لغوية للكاتب نفسه، أنا أضع اللغة في المقام الأول وهذا يجعل بناء الرواية شاقًا ويتطلب بذلًا معرفيًا وجهدًا كبيرين.

إضافة لاحترافك الكتابة أنت رجل قانون، محام وحقوقي معروف، وناشر أيضًا. دعني أسالك بخصوص هذا الزعم كحقوقي وكاتب، ودون أن أحصرك في تحليل سياسي محض، ما هي نظرتك إلى المجتمع المصري؟

* على مستوى القانون يُمكنك تمامًا أن تفترض أن المجتمع المصري منفلت في تطبيق القانون بالشكل السليم، القائمون على هذا يغفلون أهم تروس المسألة؛ روح العدالة، روح القانون، ثمة جرائم عقوباتها محيرة، لا تلاءم فداحة الجرم، وجرائم أخرى تقريبًا لا عقوبات لها، والعكس صحيح، مثلًا قوانين حماية الملكية الفكرية ضبابية وشائهة في المجتمع المصري، مجتمعنا معقد، تنظر إليه من فوق فتجده أجمل مجتمعات الله، تغوص في العمق فيصدمك حجم الفساد وحجم الإهمال والتشتت والانفصام، رغم هذا لا يُمكن أن ننكر أن مصر بكل ما لها وما عليها، تظل رائدة في مجالات ثقافية بعينها.

الترجمة والجوائز الأدبية يسهمان بشكل كبير في إعطاء نفس جديد و متجدد للكاتب و كتبه. كيف ترى حركة الترجمة من اللغة العربية إلى باقي اللغات؟ وهل تسهم فعلا الجوائز الأدبية كالبوكر أو كتارا في انتقاء خيرة الكتاب والكتب للتعريف بهم ومن خلالهم بالأدب العربي؟

* الترجمة من اللغة العربية ضعيفة ولا تُقاس بالترجمات إلى العربية، هذا له علاقة بدور المؤسسات العربية القائمة على الأمر، الاهتمام الأكبر إلى العربية وليس العكس، أما الجوائز فلا تصنع مبدعًا، تلقي عليه الضوء لكن لا تعتبر صكًا للاستمرارية، وفي العموم، صارت الجوائز العربية على اختلافها مثارًا للجدل، بها شبهات كثيرة وعلامات استفهام، هذه المنطقة شائكة، ولعلك تعرف إن معظم الجوائز تُمنح بالمحسوبية والوساطة وعلاقات الشللية.

كما تعرف موقعنا إيطالي متخصص بالأدب العربي وحركة النشر والترجمة، ما كلمتك لقراء الموقع و للمهتمين بالعالم العربي في إيطاليا؟

* الدور الذي يقوم الموقع هو دور عظيم، ومطلوب، وتجربة لابد أن تتبعها التجارب، إن الأدب العربي يحتاج إلى مثل هذا الدور للتعريف به التنوير عليه، وانا بشكل شخصي أغبط هذه التجربة وسعيد بها أيما سعادة.

 

 

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