Torna il PalFest, dedicato allo spazio coloniale contemporaneo

“La cultura del potere sta rinforzando i propri muscoli ovunque nel mondo. Sta a noi ora trovare nuovi percorsi di potere nella cultura” (PalFest 2019).

Dopo un anno di stop, torna il Pal Fest, ovvero il festival palestinese della cultura e della letteratura. Dopo 10 anni di eventi, gli organizzatori hanno deciso di modificare leggermente il concept della manifestazione: per la prima volta il festival rifletterà un su un tema specifico, che per il 2019 è Urban Futures: Colonial Space Today.

Gli ospiti – architetti, scrittori, docenti universitari e urbanisti – rifletteranno sul senso dello spazio coloniale partendo dall’esperienza della Palestina in quanto terra espropriata e testimone della violenza di una potenza coloniale, per arrivare a un discorso più generale sui sistemi di controllo e ingiustizia sociale in tutto il mondo.

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Tra gli invitati ci sono la poetessa palestinese Jehan Bseiso, l’autrice palestinese-americana Ibtisam Barakat, la giornalista statunitense di origini siriane Alia Malek (di cui è appena stato pubblicato in italiano il suo Il paese che era la nostra casa. Racconto della Siria, Enrico Damiani editore), la poetessa nativa americana Natalie Diaz, l’architetta Samia Henni, l’antropologa Rema Hammami, l’architetto Léopold Lambert, lo storico nativo americano Nick Estes.

Gli eventi del PalFest si svolgeranno dal 6 al 13 aprile in varie località della Palestina, tra Gerusalemme, Betlemme, Ramallah, Nablus, al-Khalil, Haifa, Birzeit.

La prima serata si svolgerà a Gerusalemme e sarà dedicata a Gaza, dove a causa del blocco ai confini con Israele e l’Egitto, gli eventi del festival non potranno arrivare.

 

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