Rabih Mroué, Ali Chahrour e Radhouane El Meddeb al Napoli Teatro Festival 2018

27752454_887752544736715_3752406368588818816_nLo scorso 14 febbraio è stato presentato in conferenza stampa il programma del Napoli Teatro Festival Italia. “L’undicesima edizione, la seconda diretta da Ruggero Cappuccio,  organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, organismo in house della Regione Campania presieduto da Luigi Grispello, inizierà il prossimo 8 giugno e proseguirà fino al 10 luglio”. (*)

Nel programma molto ricco, in cui partecipano 85 compagnie internazionali per un totale di 160 spettacoli tra teatro, musica, danza, installazioni e video-performance, figurano anche tre artisti arabi.

Si tratta dell’attore, artista visivo e regista libanese Rabih Mroué, che presenterà lo spettacolo Sand in the Eyes (13 giugno, Teatro Trianon Viviani); il coreografo libanese Ali Chahrour, ideatore della coreografia May he rise and smell the frangrance (24 giugno, Teatro Trianon Viviani); il danzatore, attore e coreografo franco-tunisino Radhouane El Meddeb, ideatore della coreografia Au temps où les arabe dansaient (27 giugno, Teatro Trianon Viviani).

Tutti e tre gli spettacolo ruotano attorno al tema della crisi dell’uomo arabo e del mondo arabo contemporaneo. Il passato, il presente e il futuro degli arabi si intersecano sul palco, tra danza, teatro e performance di alto livello.


Sand in the eyes è una “lettura performance non accademica sulla propaganda e sui metodi di reclutamento degli estremisti islamici” in cui Mroué esplora la politica delle immagini dei video di reclutamento degli islamisti. Questo lavoro si basa su materiale di ricerca costituito da video che fanno parte dell’archivio dei servizi segreti tedeschi. Mroué si chiede non solo cosa questi video rivelino di chi li ha prodotti, o la loro capacità di agganciare giovani tramite la propaganda islamista, ma si interroga anche su come la politica affronti questi video dal punto di vista dello Stato e della società. Da anni, l’artista libanese indaga i temi della violenza, del martirio e della propaganda politica.

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L’ultima immagine è presa da qui .

Sul sito della Triennale di Milano ho trovato la bio completa dell’artista:

Rabih Mroué è nato a Beirut nel 1967 e attualmente vive a Berlino. È regista, attore, drammaturgo e artista visivo. Le radici del suo percorso artistico sono nel teatro, ma esso comprende anche lavori video e installazioni, che a volte includono fotografia e testo. Collabora con le riviste “The Drama Review /TDR” (New York)” e “Kalamon” (Beirut). È inoltre co-fondatore del Beirut Art Center. Dal 2013 è borsista al International Research Center: Interweaving Performance Cultures/FU/Berlin. È direttore del Münchner Kammerspiele. I suoi lavori comprendono Ode to Joy (2015), Riding on a cloud, (2013), 33 RPM and a Few Seconds (2012), The Pixelated revolution (2012), The Inhabitants of images (2008), Who’s Afraid of Representation (2005) e altri. È stato ospite dei più importanti centri d’arte e manifestazioni internazionali, tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, dOCUMENTA (13) a Kassel, il CA2M Centro de Arte Dos de Mayo di Madrid, The ICP Triennial di New York, il museo SALT di Istanbul.


Ali Chahrour è una giovane promessa della danza libanese. Nato a Beirut nel 1989, nel 2010 si laurea in Teatro alla Lebanese University. Già diplomato della Takween-Beirut Contemporary Dance School, è membro del collettivo Takween e dal 2008 lavora con la Maqamat Dance Theatre Company di Omar Rajeh. Nel 2011 ha ottenuto una residency a Berlino con Sasha Waltz and Guests. Ha fatto scalpore all’ultimo Festival di Avignon con gli spettacoli Fatmeh e Leila’s Death, che riflettevano sulla memoria collettiva araba.

Nello spettacolo che andrà in scena a Napoli, che insieme a Fatmeh e Leila’s Death rappresenta una trilogia dedicata al dolore, Chahrour si interroga sul contesto sociale, politico e religioso in cui il corpo è spesso oggetto di censura e dove la mascolinità viene assunta a paragone di superiorità. “Con un ballerino, due musicisti e un’attrice, l’artista si ispira ai rituali del lutto, dove le donne sono solitamente devolute all’espressione del lamento”. Rivisitando quelle tradizioni saldamente ancorate nel mondo arabo, e ispirandosi al mito di Persefone, Chahrour risale alle radici delle nere terre di Mesopotamia per scardinare miti e tradizioni.


El Meddeb si è diplomato all’Accademia superiore d’arte drammatica di Tunisi e nel 1996 viene proclamato «giovane speranza del teatro tunisino». Nel 1997 si trasferisce in Francia dove si dedica al teatro e al cinema e dove scopre anche la vocazione per la coreografia. Nel 2005 crea e interpreta “Pour en finir avec MOI” che lo impone all’attenzione della critica, l’anno dopo fonda la sua Compagnia Soi, con cui produce numerose coreografie ospitate in diversi teatri e festival internazionali. (Fonte: https://romaeuropa.net/festival-2011/compagnie-radhouane-el-meddeb/)

Lo spettacolo Au temps où les arabe dansaient, raccontato sul sito di Virgilio Sieni :

Gli arabi hanno vissuto a lungo ai ritmi dei film degli anni ’40, ’50, ’60 e ’70, con la loro magia, le scene di cartapesta e la sensualità debordante. Con gli attori che cantavano, ballavano e si amavano senza tregua sul grande e sul piccolo schermo. Nel momento culminante arrivava la danza del ventre e tutti gli sguardi si fissavano sull’ombelico. Oggi che la nostalgia allontana nel tempo quel periodo d’oro, quegli anni di gloria e di patacche, il danzare degli Arabi sembra l’epicentro degli scossoni a venire mentre l’ombelico pare vibrare e torcersi sul precipizio flirtando col caos. La violenza del nostro mondo rovescia le scene di cartapesta e decreta la fine di una dolce illusione, morbida e rotonda.

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Una scena dello spettacolo

Info tecniche & date

SAND IN THE EYES / Teatro Trianon Viviani / 13 giugno 

Una lettura non accademica di Rabih Mroué

Scritto e presentato da Rabih Mroué

regia Rabih Mroué,

collaborazione alla ricerca Andrea Geißler,

traduzione in inglese Ziad Nawfal

traduzione in tedesco Lisa Wegener,

si ringrazia Maria Magdalena Ludewig, Lina Majdalanie and Bilal Khbeiz.

produzione Haus der Kulturen der Welt, Berlin, come parte del progetto “100 years of present”, del Federal Government Commissioner for Culture and the Media in Germany

in coproduzione con Hessisches Staatstheater Wiesbaden

 

MAY HE RISE AND SMELL THE FRAGRANCE / / Teatro Trianon Viviani / 24 giugno 

coreografia Ali Chahrour

interpretazione Hala Omran, Ali Chahrour

musica Two or The Dragon (Ali Hout, Abed Kobeissy)

drammaturgia Junaid Sarieddeen

luci Guillaume Tesson

suono Khyam Allami

con il sostegno di Institut français du Liban

coproduzione fabrik Potsdam con il sostegno di Goethe Institut, AFAC Arab fund for arts and culture

collaborazione Houna Center compagnie de théâtre Zoukak, Institut français de Beyrouth, Al Akhbar journal L’orient le jour, Montevideo création contemporaines (Atelier de fabrique artistique), les rencontres à l’échelle

AU TEMPS OÙ LES ARABES DANSAIENT… /  Teatro Trianon Viviani / 27 giugno 

ideazione e coreografia Radhouane El Meddeb

con Youness Aboulakoul, Philippe Lebhar, Rémi Leblanc-Messager, Arthur Perole

collaborazione artistica Moustapha Ziane

scenografia Annie Tolleter

light design Xavier Lazarini

sound design Stéphane Gombert

video Cécile Perraut in collaborazione con Feriel Ben Mahmoud

direzione tecnica Bruno Moinard

amministrazione e produzione Bruno Viguier

produzione e distribuzione Gerco de Vroeg

produzione La Compagnie de SOI

in coproduzione con CENTQUATRE-PARIS, le Centre Chorégraphique National de Montpellier Languedoc-Roussillon programme résidences, Centre de Développement Chorégraphique Toulouse / Midi-Pyrénées accueil en résidence, la Filature Scène nationale de Mulhouse, la Ferme du Buisson Scène nationale de Marne la Vallée, le WIP Villette.

con il sostegno alla produzione di Arcadi Île-de-France

e il sostegno alla creazione di DRAC Île-de-France, la Fondation Beaumarchais et le Centre National du Théâtre

Radhouane El Meddeb è artista associato di CENTQUATRE-PARIS. La compagnia SOI è sovvenzionata da DRAC Île-de-France / ministère de la Culture et de la Communication au titre de l’Aide aux Compagnies chorégraphiques.


*Grazie alla prof.ssa Monica Ruocco dell’Orientale di Napoli per avermi segnalato la notizia.

 

 

 

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