La biblioteca di Abd al-Rahman Munif a Firenze

Fino al 9 giugno a “Villa Romana” a Firenze, è esposta la mostra Disappearances. Appearances. Publishing, dedicata alla biblioteca e al patrimonio culturale collezionato dallo scrittore Abd al-Rahman Munif nei suoi molteplici viaggi e spostamenti lungo la geografia dei paesi arabi.

villa romana

Non ne sapevo nulla (*) e mi dispiace: non capisco perché quando ci sono cose così particolari, interessanti e così ben studiate non si debbano sapere. Maalesh, se state a Firenze, siete ancora in tempo per andarci. (Ah, all’inaugurazione, che si è tenuta sabato 6 maggio, hanno partecipato lo scrittore iracheno-statunitense Sinan Antoon, l’antropologo ed esperto di editoria araba Frank Mermier e Hala Bizri, bibliotecaria e editrice beirutina).

Dal sito web degli organizzatori (leggete in fondo per sapere chi sono e cosa fanno: sì, fanno cose super interessanti come sembra):

“La mostra Disappearances. Appearances. Publishing ruota intorno alla biblioteca privata dello scrittore arabo Abd Al-Rahman Munif e alla ri-lettura del suo patrimonio librario.

Abd Al-Rahman Munif è stato uno degli autori moderni più conosciuti nel mondo arabo. La sua vita fu influenzata dall’esilio e da una costante migrazione tra molte città arabe ed europee. Trascorse gli ultimi diciassette anni di vita a Damasco dove morì nel 2004.

Scrittore e lettore appassionato, durante i suoi spostamenti Munif raccolse e collezionò numerosi libri e pubblicazioni, in ogni luogo in cui soggiornò, diede vita a una biblioteca privata. Ad Amman, Il Cairo, Damasco e Beirut, Belgrado, Baghdad, Parigi e poi di nuovo a Beirut e a Damasco, Munif collezionò libri e fondò biblioteche, il cui destino fu quello di andare perdute, vedere il proprio patrimonio gradualmente assottigliarsi, essere trasferite altrove o inglobate nella biblioteca centrale di Damasco. La sua raccolta libraria, le cui origini risalgono agli anni Quaranta del Novecento, consta di oltre 10.000 pubblicazioni afferenti a numerosi settori tematici, edite da case editrici ormai in buona parte scomparse.

Immergersi in questa biblioteca e ricostruirne le migrazioni è come osservare attraverso uno specchio i rivolgimenti politici e culturali avvenuti nelle regioni del Mediterraneo orientale e del Nord Africa. Oltre a rappresentare uno spaccato della lunga storia delle case editrici presenti nel mondo arabo e della loro produzione di sapere, la collezione ne mostra la prassi editoriale, nonché le trasformazioni sullo sfondo dei grandi rivolgimenti politici e sociali. Se la ri-lettura del patrimonio librario è fonte di informazioni, suscita al contempo interrogativi in merito al destino di queste case editrici. Pertanto, oltre a farsi simbolo della migrazione degli intellettuali arabi e dello spostamento delle conoscenze, la biblioteca privata di Munif diventa anche uno spazio in cui osservare il fenomeno della scomparsa e ricomparsa delle pubblicazioni.

La mostra presenta una ri-lettura della biblioteca di Munif sulla base di statistiche e mappe, grazie alle quali tenta di ripercorrerne gli spostamenti, di ricostruirne i reperti e i segreti. La ricerca si basa su un elenco in cui sono catalogate e documentate circa 10.000 pubblicazioni.

Fehras Publishing Practices (Kenan Darwich, Omar Nicolas, Sami Rustom) è un collettivo di artisti e una casa editrice fondata a Berlino nel 2015, che intende fornire una risposta ai crescenti interrogativi in merito alla storia e al presente dell’arte e dell’editoria nei territori del Mediterraneo orientale, in Nord Africa e nella diaspora. Fehras affronta questa ricerca in forma sperimentale, mediante l’osservazione, per creare una nuova, più vasta cultura dell’impegno critico. L’indagine di Fehras prende in esame il tema del mutuo rapporto tra culture e realtà editoriali nei settori delle lingue, degli archivi e delle arti. I loro progetti, pubblicazioni e attività si basano su documenti d’archivio (per esempio giornalistici, radiofonici, televisivi, cinematografici e digitali), su libri e riviste, biblioteche e letture pubbliche, materiale sonoro e ruotano intorno alle prassi editoriali nel settore delle arti figurative e perfomative, nonché alla trasformazione della lingua culturale nelle regioni del Mediterraneo orientale e in Nord Africa. Tra i vari progetti: Sharjah Biennale 13, Tamwuj, Sharjah, Emirati Arabi Uniti, 2017; Something to Generate from, Kunsthal Aarhus, Danimarca, 2016; Apricozs from Damascus, SALT Galata, Istanbul, Turchia, 2016″.


* Grazie a Elisabetta Bartuli per la segnalazione!

Un commento

  1. grazie mille per la segnalazione, Chiara. Sarò a Firenze un paio di giorni dall’11prossimo e vedo proprio di andarci. Sembra una bellissima cosa…ciao alessandra

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