“In Search of Oil and Sand”, o dell’ultima famiglia reale egiziana

In Search of Oil and Sand (Wael Omar e Philip Dib, 2012) è uno dei bellissimi documentari che ho potuto vedere da casa sulla piattaforma MyMovies, durante l’ultimo Festival del cinema mediorientale Middle East NOW.

Racconta il dietro le quinte di Oil and Sand, lungometraggio muto in 8mm voluto dalla famiglia reale egiziana e girato in Egitto nell’estate del 1952, poche settimane prima del colpo di stato che portò alla destituzione della monarchia da parte degli Ufficiali Liberi guidati da Mohammed Naguib.

A trovare le bobine di Oil and Sand è lo storico egiziano Mahmoud Sabit, lontano cugino del re Faruk, e figlio di uno degli sceneggiatori del film che alla morte del padre ritorna in Egitto dopo un esilio durato cinquant’anni e riprende possesso della casa di famiglia, un’antica e nostalgica proprietà a due passi da Piazza Tahrir. Sono i mesi successivi alla rivoluzione del 2011, che ha spazzato via il regime trentennale di Hosni Mubarak, ma il vento rivoluzionario non entra se non di soppiatto nel film, che è in realtà un vero e proprio omaggio all’allure di un Egitto dimenticato.

Quando Sabit comincia a frugare tra le carte di famiglia sepolte dalla polvere, porta alla luce le bobine abbandonate di Oil and Sand: questo film muto in bianco e nero venne diretto dal genero del re, Boulent Raouf, e vi presero parte come attori i membri della famiglia reale, diversi altri aristocratici e alcuni alti diplomatici britannici e americani Tutti insieme formavano il “Zohreya Set”, guidati dal carismatico Raouf e sua moglie, la principessa Faiza, figlia del re Farouk.

Accompagnati dalla voce narrante di Sabit, scopriamo che la storia narrata in Oil and Sand è estremamente banale e pecca di un piccolo vizio orientalista: in un anonimo sceiccato del Golfo, i britannici propongono allo Sceicco un accordo per consentirgli di recuperare il suo regno dopo essere stato estromesso in seguito ad un golpe e in cambio gli propongono di cedere loro le concessioni petrolifere del regno. Il film poi è condito da alcuni scene memorabili, tra cui il rapimento di una donna americana – interpretata dalla principessa Nevine Habbas Salim – una ribellione di alcuni beduini interpretati da attori locali alla prima esperienza (di cui Sabit incontra i discendenti), e un grandioso ballo in perfetto stile Hollywood al palazzo Zohreya, al Cairo.

Un’immagine presa durante le riprese di Oil and Sand

A distanza di 70 anni, questo film si rivela una incredibile testimonianza di come vivevano i reali in Egitto negli anni ’50: tra feste, languidi cocktail e palazzi lussuosi, circondati dal jet-set cosmopolita che contraddistingueva l’Egitto di quegli anni dopo seconda guerra mondiale, i reali e aristocratici egiziani vissero la loro belle époque in bilico sulla catastrofe, un po’ come aveva già fatto l’aristocrazia europea prima del 1914. Il golpe che mise fine ai loro agi e ricchezza li colse di sorpresa: alcuni di loro, il giorno in cui i militari presero il potere, erano andati a passare alcuni giorni di vacanza ad Alessandria d’Egitto.

La fine della monarchia per i reali egiziani, inclusi gli attori del film, significò la perdita dei titoli reali, delle terre, dei palazzi e dei soldi. Il re Farouk, il mai amato ultimo discendente della dinastia cominciata da Muhammad Ali all’inizio dell’Ottocento, andò volontariamente in esilio; Boulent Raouf e la moglie divorziarono e Raouf finì per diventare un esule in Germania; la principessa Nevine rimase al Cairo e al tempo della realizzazione di In Search of Oil and Sand era l’ultima attrice del cast ancora in vita.

Boulent Raouf e la principessa Faiza

Mahmoud Sabit ricostruisce alla perfezione quegli anni precedenti al golpe e tutto ciò che successivamente avvenne, che lo coinvolse in prima persona: a metà degli anni ’50 suo padre fu accusato di tradimento, prosciolto al processo decise di lasciare l’Egitto insieme alla moglie e a lui stesso, che all’epoca aveva solo 10 anni. Andarono a vivere a Bonn, nella Germania ovest, a pochi metri dall’ambasciata egiziana.

In Search of Oil and Sand è uno straordinario affresco, dolente e nostalgico, di un’epoca della storia egiziana recente che – come ha sottolineato Sabit – è stata dimenticata e oscurata dalla nuova propaganda nazionalista dell’Egitto repubblicano. Da vedere, se riuscite a recuperarlo e se siete appassionati del vintage egiziano.

Nei prossimi giorni vi parlerò degli altri film che sono riuscita a vedere.


BONUS TRACK

Le atmosfere languide e sonnolente di Oil and Sand mi hanno ricordato un romanzo che ho letto durante il lockdown: Una birra al circolo del biliardo, dello scrittore egiziano Waguih Ghali (trad. di A. Arduini, Francesco Brioschi Editore, 2019), ambientato negli anni immediatamente dopo il colpo di stato dei militari, tra la borghesia cairota che ancora si illudeva di vivere tra gli agi del passato, senza accorgersi che i tempi erano ormai cambiati.

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