La voce dei dissidenti siriani va in scena a teatro

La settimana scorsa sono andata a Napoli per assistere alla prima rappresentazione dello spettacolo Y-SAIDNAYA, del drammaturgo franco-siriano Ramzi Choukair, ospitata all’interno del Napoli Teatro Festival. Ne ho scritto per Internazionale.


Quando nel 1926 il pubblico ministero Michele Isgrò concluse la requisitoria al processo contro Antonio Gramsci con la famosa frase “Dobbiamo impedire a questo cervello di pensare per vent’anni” forse non sapeva che questo modus operandi del tribunale fascista sarebbe stato usato e abusato in molteplici varianti nei decenni a seguire contro tanti altri oppositori e dissidenti politici in altri paesi dittatoriali, inclusa la Siria della famiglia Assad.

Dobbiamo impedire a questi cervelli di opporsi, manifestare, pensare, ribellarsi: così devono aver pensato le autorità siriane quando hanno ideato e realizzato le tante prigioni del terrore in cui negli ultimi trent’anni hanno passato la vita e trovato la morte decine di migliaia di oppositori al regime degli Assad padre e figlio.

Adra, Tadmur, Palmira, Saidnaya: sono solo alcuni dei nomi delle più famose carceri siriane dove prima Hafez al Assad (a cominciare dal massacro di Hama nel 1982), e poi il figlio Bashar al Assad, hanno mandato migliaia di persone che lì hanno trovato la morte a causa delle torture subite.

Le storie del terrore
Attivisti, laici, islamisti, dottori, accademici, avvocati, civili che avevano partecipato alle proteste: secondo il Syrian network for human rights, le forze dell’attuale regime siriano sono responsabili della morte di almeno 14.269 persone uccise tra il marzo 2011 e il settembre 2020, mentre oltre 130mila sono quelli ancora in carcere o dei quali dopo l’arresto non s’è più saputo nulla. I sopravvissuti hanno raccontato storie dell’orrore di cui sono stati testimoni in prigione: assenza di giusto processo, impiccagioni di massa, percosse, violenze sessuali, intimidazioni, mancanza di cibo, acqua e cure essenziali.

La lettura continua qui!


Bonus track se vi siete letti il pezzo, per approfondire:

Un ottimo saggio storico sulla Siria, che parte dal periodo Ottomano e arriva fino alla guerra: Siria. Dagli ottomani agli Asad. E oltre, di Lorenzo Trombetta (Mondadori).

Il romanzo di Mustafa Khalifa sulla sua esperienza nelle prigioni siriane.

Tutti i romanzi di Khaled Khalifa tradotti in italiano.

Un archivio digitale sulla rivoluzione siriana.

Il tutto da ascoltare con le musiche di Hello Psychaleppo in sottofondo.

Ph: Salvatore Pastore, courtesy del Napoli Teatro Festival

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