Gli intellettuali egiziani si mobilitano contro la repressione culturale

La comunità intellettuale egiziana e araba è tutta mobilitata per chiedere il rilascio dello scrittore egiziano Ahmed Naji, ultimo finito in carcere di una serie lugubremente lunga di attivisti e intellettuali egiziani finiti dietro le sbarre o colpiti dalla scure della censura del regime di Al-Sisi. 

Tra i tanti che sono in prima linea per protestare a gran voce contro quello che è stato definito un “processo alla creatività”, ci sono anche lo scrittore libanese Elias Khoury, il regista egiziano Yousry Nasrallah, gli scrittori egiziani Alaa al-Aswany e Sonallah Ibrahim e la scrittrice e attivista egiziana Ahdah Soueif.

Ieri Ibrahim ha affermato che siamo di fronte ad una “contro-rivoluzione”, e che l’oscurantismo che si è abbattuto contro attivisti e intellettuali egiziani, case editrici e centri culturali del Paese “va fermato altrimenti ci sarà una nuova rivoluzione”.

Circa 700 tra intellettuali e scrittori egiziani hanno sottoscritto una dichiarazione in solidarietà con Ahmed Naji in cui esprimono tutta la preoccupazione di vivere in un Paese in cui l’arte, la cultura, la critica e il libero pensiero sono ormai chiaramente sotto attacco da parte dello Stato.

Our message is clear: blocking, prohibiting, killing politics, giving a free hand to extremist forces and turning a blind eye to the many violations committed by the organs of the state – will all lead to catastrophic conflicts our country cannot sustain.

Qui trovate un altro comunicato congiunto di alcuni media indipendenti egiziani che esprimono grave preoccupazione per tutti gli egiziani, artisti o meno, che pensano in modo diverso. Tutti – per questo motivo – passibili di subire lo stesso trattamento riservato a Naji e agli altri.

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Vignetta della disegnatrice egiziana Doaa el-Adl (Fonte: pagina Facebook dell’artista)

Il caso di Ahmed Naji ha suscitato un certo interesse anche in Italia: nei giorni scorsi ne hanno parlato Internazionale, Radio Tre e Riccardo Noury di Amnesty International su Il Fatto Quotidiano.

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Ahmed Naji

Naji, ricordo, è finito in carcere con una condanna a due anni con l’accusa ridicola di aver offeso la morale pubblica con la pubblicazione, sulla rivista letteraria Akhbar al-Adab, di un capitolo tratto dal suo ultimo libro Istikhdam al-Hayat. L’estratto era stato pubblicato lo scorso anno, ma il romanzo in realtà era stato pubblicato ancora prima, e senza aver suscitato questo clamore.

Naji e l’editore di Akhbar al-Adab da mesi ormai erano sotto processo, ma solo pochi giorni fa il Tribunale penale di Boulaq li ha trovati colpevoli e condannati. Al giovane Naji è stata inflitta la pena più gravosa, indecente e assurda: due anni di carcere.

Moltissime le altre iniziative a supporto di Naji che potete seguire e monitorare: Akhbar al-Adab questa settimana uscirà con un numero speciale dedicato tutto al giovane autore; ci sono inoltre una pagina Facebook e un account Twitter della mobilitazione “Didd al-muhakama al-khayal/Contro il processo all’immaginazione” tramite cui seguire (in arabo e inglese) tutti gli aggiornamenti.

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Copertina di Akhbar al-Adab con il ritratto di Ahmed Naji

Ahmed Naji era stato in Italia nel 2011, al Festival di Internazionale a Ferrara, dove era stato invitato non solo in quanto rappresentante dei giovani rivoluzionari di piazza Tahrir, ma anche per presentare il suo libro Rogers e la via del Drago divorato dal Sole, tradotto dall’arabo da Barbara Benini e pubblicato dalla casa editrice Il Sirente.

rogers

7 commenti

  1. Un post davvero illuminante ed ampiamente documentato che ci conferma come la deriva dittatoriale del “Pinochet delle piramidi” attuata anche con la repressione della libertà d’espressione sia tutt’altro che scoraggiata dall’interessamento degli intellettuali non solo del mondo arabo. Complimenti! Mi son permesso di citare il vostro post e di riportarne alcuni passi.

Rispondi a L’Egitto nel 2016: Al Sisi, il Pinochet delle Piramidi, e la continua repressione della libertà d’espressione e della “cultura scomoda” | Lorenzo Piersantelli Cancella risposta

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