Mentre vi scrivo, dal palco della prima serata ufficiale del Festival, a Gaza si stanno alternando scrittori e intellettuali egiziani e palestinesi che ieri, dopo un’estenuante attesa al valico di Rafah, sono riusciti ad entrare in territorio palestinese (foto di Amal Murtaja @hopeingaza)

Ma la storia era cominciata così…
Gli organizzatori del Festival, abituati nel corso degli anni ad essere ostacolati dalle autorità israeliane, questa volta sono stati tenuti fino all’ultimo col fiato sospeso dal governo egiziano. Il Ministero degli Esteri, infatti, non aveva dato loro risposta circa la possibilità di ottenere i permessi necessari agli artisti egiziani per attraversare il valico di Rafah, l’unico che consente di entrare nella Striscia di Gaza dall’Egitto. Ben 43 artisti che avrebbero dovuto esibirsi a Gaza hanno dovuto aspettare per 20 giorni prima di sapere solo giovedì (3 maggio) che i loro permessi erano stati rilasciati.
E gli organizzatori hanno tirato un sospiro di sollievo. E sì che avevano anche organizzato una conferenza stampa per il 2 maggio davanti al Ministero degli Esteri, per fare pressioni sulle autorità egiziane affinché velocizzassero le pratiche, ma i tragici eventi di quello stesso giorno (gli scontri di piazza Abasseyya di fronte al Ministero della Difesa cairota in cui sono morti ben 30 manifestanti) li avevano indotti a cancellare la conferenza stampa.